Anima o stenti

perché
io ve lo dico
anche se non vi interesserà
ma
ci sono ogni notte, sempre
anche quando
non faccio rumore
a meno che non mi sentiate
respirare
di nascosto
lieve
come la neve
a meno che non vediate
lo sbuffo d’anima tiepida
danzare nella tenebra gelida
una notte livida e limpida
dove la poesia giace
in letargo
sotto una teca di ghiaccio
dove anch’io, in fondo, giaccio
(se almeno riuscissi a trovarmi).
eccola là
abbandonata ad un sonno
stanco
perduta in un sogno
bianco
eccola
cristallizzata, sospesa
langue
e non riesco a scioglierla
no so liberarla
dalla prigione trasparente
dalla paralisi latente
langue

Io anche

 

 

(fine del 2005)

11 thoughts on “Anima o stenti

  1. E lo stupore di pensarsi uguali a nove anni prima. Non ti fa un po’ paura? A me sì. Certe mie cose sempre identiche mi allertano assai. Scrivi nuovo. Che mi piacerebbe che tu lo facessi, per te.

    • Le persone non cambiano. Invecchiano soltanto. La faccia rimane la stessa, solo segnata dalle rughe. Per l’interiorità è la stessa cosa. Continuo a leggere di deliri di mutazioni e metamorfosi improbabili. Non posso fare a meno di considerarle l’ultima speranza di chi vuole fuggire da se stesso. Il lifting della personalità, insomma.

      • Che le persone non cambino, siamo d’accordo. E però magari, possono migliorarsi.
        Non mi aspetterò mai che SYD si trasformi (mi farebbe anche un po’ paura) ma gli auguro di migliorarsi. Come lo auguro sempre anche a me stessa. Altrimenti che ci stiamo a fare qua? E con qua, non intendo il blog.

        • Migliorarsi presuppone il fatto di compararsi. A che pro? Chi stabilisce cosa è migliore? Soprattutto, per chi? In base a quali parametri? Stabiliti da chi? Io non ho mai cercato di migliorarmi. È un concetto demenziale che non mi appartiene e, fortunatamente, non mi è mai appartenuto. Ho solo seguito quello che mi piaceva ed evitato quello che non mi piaceva. Avessi fatto il contrario, sarei stata scema.

          • Signora, i suoi ragionamenti sono sempre piuttosto ineccepibili… E però, sono legati al suo punto di vista. Io non parlo di “cose migliori” per sentito dire, ma di cose migliori che si sentono come tali, per noi. Solo che a volte siamo talmente pigri e ci ripetiamo così spesso che avremo sempre tempo per essere quello che vorremmo, che finiamo per dimenticarcene.
            Magari lei non ha mai avuto bisogno di certi ragionamenti perché si sente bene con quello che è e che fa. Sempre. E allora… fortunata lei.

            • Diciamo che è un lusso che mi sono potuta permettere per molto tempo, quello di scegliere cosa essere, seguendo ciò che mi piaceva ed evitando quel che non mi piaceva. Me ne accorgo ora che ho un fastidioso guinzaglio al collo che non ho scelto di avere, ma mi è imposto dal dover essere ciò che voglio essere. Quindi è come se lo avessi scelto, anche se non è così. Come succede sempre con gli obblighi morali.

        • Qua ci stiamo per seguire quello che ci piace, semplice. Peccato che un sacco di gente faccia quello che non le piace. Per migliorarsi, naturalmente.

    • SignorSy(d) sei virtualmente perfetto così come sei!
      Scusami, ma la Signora me l’ha servita su un piatto d’oro. Lo so, sembra un po’ cattiva. Ma la dolcezza sta nel fatto che io ti voglio bene nonostante le tue imperfezioni reali. E per le stesse, mi ci scontro anche con te. E così tu con me. E certe cose me le permetto proprio per questo. Perché il bene è reale, così come l’essere imperfetti e farsi mille pippe mentali per questo.
      E lo sai. O se avevi qualche dubbio, adesso lo sai.

      • Ho appena scritto altrove che la gente fa finta di volersi bene. Sarà niente. Comunque, ne convengo, il signor Syd è perfetto così com’è. Ma se non ci arriva da solo, dubito che ci arrivi col suo aiuto o quello di qualcun altro, signorina.

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